domenica 30 ottobre 2011

Cronaca di un accordo mai nato. Riassunto delle puntate precedenti.

Due settimane di pausa? Si perchè era il caso di staccare o comunque mancava quella voglia di scrivere riguardo incontri, dichiarazioni, voci, tutte cose pressochè vuote e di importanza nulla.

Ma sotto con un riassuntone.
Dove eravamo rimasti. Obama era sceso in campo, prima con dichiarazioni di dispiacere per lo stallo che si sta verificando e poi mandando in soccorso il suo amico George Coen, mediatore federale già salvatore del lockout NFL.
Le cose sembravano andare bene, incontri lunghissimi (il primo giorno addirittura di 16 ore filate, record tutt'ora imbattuto), ottimismo, sorrisi e facce distese. E invece no, dopo 26 ore di parole in due giorni, le parti si sono divise senza dire se un'accordo fosse nell'aria o se invece il lockout fosse da prolungare ancora per molto più tempo.
Limbo. Ovvero la situazione del tifoso medio e del giornalista, insider o no, in questo momento. Uno stato di totale incertezza e ignoranza. Bisogna fidarsi di quello che dicono i protagonisti una volta usciti dalla stanza, ma anche, non crederci troppo, e ci ritorno.
Stern, dato il protrarsi della serrata, annuncia la cancellazione di due settimane di regular season. Uno stop di due settimane significa una perdità di 200 milioni per parte, ovvero, quei pochi punti percentuali delle BRI che cristallizzano questa angosciante situazione.

Poi il nulla. Altro elemento principe. Dopo questi incontri, che a detta di molti sono stati importantissimi, ma da cui non è cambiato nulla, sembrava che all'orizzonte non ci fosse nulla in programma. Niente meeting in schedule,  Hunter che se ne esce con dichiarazioni apocalittiche.

E poi la luce, ancora. Si sono reincontrati lunedì di questa settimana, tra la sorpresa generale e forse anche il menefreghismo e la stufia. E scoppia la bomba. Manca pochissimo all'accordo. Ma come? ma se 3 giorni fà era tutto finito, morto, sepolto.
Invece no, coupe de theatre, alla fine di un'altra incontro lunghissimo, mercoledì, di 15 ore e mezza (iniziato a metà mattina e concluso alle 3.30 della notte) Stern esce raggiante, dicendo "Siamo vicinissimi, non concludere ora significherebbe una tragedia" e lo dice ridendo a bocca larga. Impossibile non sorridere con lui, tutto è bello, splende il sole e il mondo è di nuovo un'oasi di pace.
Il giorno dopo si torna a casa speranzosi di leggere la notizia "Lockout finito!" o almeno sapere che nel giro di 48 ore il tutto sarà finito, un brutto ricordo. E invece no, perchè questo filmaccio di serie B ha ben più di un colpo di scena.
"Nessun'accordo, Stern vi ha preso in giro, è vero abbiamo fatto molti passi avanti ma le BRI rimangono un problema enorme e insuperabile" così dice Hunter, che fugge via dopo un'incontro brevissimo e che vede tutti, rappresentanti unione, giocatori e presidenti, prendere i rispettivi voli e tornare a casa, senza, come al solito, dire se ci sarà un'ulteriore incontro o no.
Stern cancella altre due settimane di stagione regolare, fino al 30 novembre, cosa che comunque non sorprende molti, anche se si firmasse oggi, sarebbe impossibile giocare se non per il primo di dicembre.

E si ritorna nella totale incertezza, nel buio, nel terrore.

Però, però, però. D'accordo nessun deal è stato concluso, Stern aveva esagerato, ma ci sono molte cose che possono far sperare.
1) E' vero che hanno concluso parecchie vertenze, quali luxury tax (ma è dubbia la cosa), amnesty rule e prolungamento e percentuale di maggiorazione annua dei contratti, MLE e altro. Manca solo la spartizione delle BRI, ovvero quello che è sempre stato la causa del blocco fino ad oggi e che fino a ieri ci venivano a dire che no, non è poi così grave, quello lo risolveremo, vedrete, è il resto. Benissimo, allora adesso ve la cavate in poco tempo.
2) Il sito charged, venditore di biglietti, ha fatto sapere che una fonte anonima ha saputo che un responsabile di un palazzetto della western conference, ha dato ordine di preparare i biglietti per la nuova stagione. Quindi qualcosa è pronto a nascere.
3) Il mega tour per tutto il mondo di 6 tappe, o più, con i più grandi della NBA (da Wade a LBJ, da Melo a Stat, da CP3 a Durant e Kobe) che doveva partire sabato da Porto Rico, ha subito uno slittamento e ancora adesso è in forse. In primis molti hanno disdetto (ma pare che i soldi se li siano tenuti), e inoltre, con un deal dietro l'angolo, chi farebbe sto cacchio di tour? Se i vari CP3, Melo, LBJ hanno detto che non ci saranno, allora forse sanno qualcosa.
4) Stern ha detto, dopo l'incontro positivo e prima di quello tragico, che una regular season da 82 partite er ancora possibile. Questo comportava giocare tipo 4 partite a settimana, correre tutto il tempo l'america, fare un calendario stipatissimo e magari posticipare di un pò i PO. Ma perchè sbattersi così tanto, quando ai tifosi, che si giochino 82 partite o 75 o 65, non importa granchè? Perchè più partite si giocano più introiti ci saranno, quindi più BRI da dividere tra tutti. Più si starà fermi, meno partite si giocheranno, ovvio. Quindi meno BRI da dividere, meno soldi per tutti. Questo potrebbe far decidere molti a accettare un accordo, per quanto brutto potrà essere. Stern ha anche minacciato che adesso, una stagione intera è impossibile, chissà se è appunto una minaccia o pura verità.
5) L'incontro di venerdì è andato così. Stern: allora facciamo 50-50? Hunter: Hell no! E ha lasciato la stanza, così d'amblè. Secondo molti esperti se Hunter rimaneva e magari Stern diceva "vabbè, allora 51-49 per voi", la cosa si chiudeva e non è detto che nel prossimo meeting non succeda, anche i giocatori continuano a dire che sotto il 52 non vanno.

Non c'è comunque da disperarsi. Le parti si sono di motli avvicinate, gli assegni iniziano a non arrivare, il natale è vicino,  i soldi da spartirsi diminuiscono sempre più. L'acqua è poca la papera non galleggia, è tempo che si decidano se non vogliono perdere i soldini.

Chi invece perderà molti soldoni saremo noi, poveri pirla. Meno partite si giocano, meno guadagnano e fin qui ci siamo, ovviamente quindi, alzeranno i prezzi di qualsiasi cosa per recuperare almeno un pò le perdite. E quindi, come già sta succedendo, rincaro poderoso dei biglietti, pop corn a 50 dollari, birra a 75 e magliette a 500. Eh si, noi che siamo qui che pendiamo dalle loro labbra, che facciamo le nottate per sapere cosa si sono detti, siamo quelli che pagheremo di più, mentre loro i milioni li portano a casa comunque.
Triste ma è così. La soluzione? Boicottare. Ma chi ce la fa dopo che la tanto attesa stagione partirà e avremo di nuovo i nostri campioni stracarichi di dollari?

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