martedì 1 novembre 2011

James Dolan e Chris Paul, un'amicizia in tempo di guerra.

James Dolan è il presidente della Cable Vision, nonchè del Madison Square Garden (nonchè del relativo channell) nonchè delle due squadre che ci giocano, i New York Rangers di hockey e i New York Knicks di basket. Questo è anche per dare un'idea di che razza di gente, i proprietari sono. Non dei poveracci, per capirci.
Chris Paul è il play titolare da diversi anni dei New Orleans Hornets, squadra appena rilevata dalla NBA, (in mancanza, momentanea, di un compratore), a detta di molti la miglior PG della lega e sogno proibito dei Knicks nel mercato free agent del 2012, quando appunto sarà libero di cambiare aria.

Tra questo sogno e la realtà, ci sono diverse componenti.
-La volontà del giocatore. Paul è amico stretto di Amar'e Stoudemire e Melo Anthony, le due stelle dei Knicks. Questa estate, al matrimonio di Melo, a New York, quando Stat era già dei Knicks, Melo già spingeva per diventarlo un giorno, i 3 brindarono al felice evento e si fecero, dicono i presenti, una promessa: giocare un giorno insieme, magari come risposta ai 3 di Miami.
Ora, due sono a New York e lo saranno per molto, mancherebbe solo lui. Se la logica dell'amicizia, che ha funzionato con Bosh-Wade-LBJ, funzionasse, non ci sarebbero problemi. Ma questo solo il primo problema.
-I nuovi proprietari/Quelli attuali, ovvero la NBA. Gli Hornets sono stati venduti percgè sostanzialmente non rendono. In quel della Louisiana il basket non va per la maggiore, la squadra non è mai stata da titolo (anche se con Paul ha sempre fatto faville e forse con giusti acquisti avrebbero fatte ben altra strada nei PO) e vivere a New Orleans può piacere ma anche no.
Vista la situazione economica, parcheggiata alla lega che la gestirà come si gestisce un'azienda, cioè perdere il meno possibile, anche senza fare chissà che risultati sportivi, sembra difficile che lascino partire così facilmente la loro stella. Tolto Paul gli Hornets sarebbero ancora meno sui radar della NBA che conta.
Stesso pensiero lo avrebbero i nuovi possibili titolari. Ricostruire dalla unica stella, quindi senza spendere cifre folli andando a cercarne un'altra.
Ma il giocatore sarà free agent, quindi, avrà il diritto di andarsene.
-Il salary cap. Questo è (era, vedremo poco) il problema principale. Hard o soft, si dice che con il nuovo CBA, verrà abbassato di parecchio dai suoi 58 milioni, non permettendo così squadre con multi AS come gli Heat. Perchè se Stat, melo e CP3 volessero tutti il massimo, e due ce l'hanno già garantito, si andrebbe oltre il limite e non si potrebbe.

Ma ecco una buona fortuna per i Knicks. Secondo alcune fonti (http://www.nypost.com/p/sports/knicks/dolan_thinking_cap_KYqiEAYeqYYk4xR4CJ3ApO) quando sto benedetto CBA sarà fatto, il salary cap rimarrà intatto, e anzi, salirà fino a 60-61 milioni nel 2012, ovvero quando scatterà la gara a CP3.

L'amicizia in tempo di guerra. Dolan è sempre presente ai meeting di questo lockout (abitando a 200 metri di distanza...) e presente è anche Paul, rappresentante dell'unione giocatori. Dolan, come dice l'articolo sopra citato, forte di essere uno dei grandi mercati, sta svolgendo la funzione di mediatore. Non è mai stato cattivo o mai si  impuntato sulle note più gravose di questo accordo e anzi ha cercato di far avvicinare le parti. Non solo lui non avrà mai problemi di soldi, con una squadra a New York (da 10 anni perdente cronica ma la più valutata secondo Forbes) ma finalmente ha una squadra vincente e competitiva e vorrebbe moltissimo che si tornasse a giocare.
Questo ha avvicinato i due, seduti sempre uno di fronte all'altro, ponendo le basi per...chissà.

Avvertimento finale per i tifosi Knicks (ovvero anche me): se CP3 saltasse, causa NBA o nuovi proprietari, nella free agency del 2012 sono liberi anche Deron Williams (vicino di casa, Brooklyn e mica tanto felice di rimanere ai Nets) e Dwight Howard (dato per partente da Orlando), senza contare Nash, che potrebbero concludere la carriera dando una mano, per meno soldi, a una squadra da titolo.

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